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Il territorio

Da Castelsardo è opportuno visitare diversi siti archeologici: il primo consente di giungere, a pochi chilometri in direzione di Valledoria, al nuraghe "Paddaggiu" risalente all'ultima fase dell'età nuragica.

Percorrendo la strada per Sedini si incontra subito la Roccia dell'Elefante. Il suo nome deriva dalla singolare forma assunta dalla roccia, che vista di profilo ricorda un pachiderma. La singolarità della roccia è data anche dal suo interno, dove vi sono alcune sepolture ipogeiche "Domus de Janas" , scavate su piani diversi, risalenti alla prima metà del III millennio a.C. All'interno della cella più grande si trovano due protomi bovine scolpite in rilievo, con corna a mezzaluna ampia e lunga testa stilizzata trapezoidale, testimonianza di una fase artistica evoluta.

I Monumenti



Il Castello Il castello è il nucleo originario della Città fortificata, oggi sede del museo, e dunque un tempo caposaldo strategico del sistema difensivo genovese nell'isola, è costituito dalle fortificazioni che si ergono verso l'entroterra ed a guardia dell'unica porta d'accesso alla città, nella parte alta e meridionale del suggestivo centro storico. Nel Castello dimorò, per oltre dieci anni, Eleonora d'Arborea, la futura Giudichessa famosa per la sua "Carta de Logu". La parte più alta è un ottimo punto di osservazione : lo sguardo si può estendere a 360 gradi .

Palazzo Comunale La loggia era, contemporaneamente, dogana e deposito delle merci che provenivano da fuori e sede del Consiglio. La campana, datata "1111" è collocata sul campanile a vela della torre comunale. Castel Genovese era un Libero Comune, una piccola Repubblica Marinara governata secondo gli STATUTI di Galeotto Doria del 1335. E come tutti i liberi comuni aveva il suo motto: "Pax et unitas Rempublicam conservant" (Pace e unione conservano la Repubblica).

Cattedrale Nel 1502, Castel Genovese, ormai caduto in mano degli spagnoli e ribattezzato Castel Aragonese, diventa sede vescovile. Monsignor Sanna provvede ad ampliare la cattedrale, negli anni 1597-1606. La chiesa è dedicata a S. Antonio Abate, in ricordo del santo venerato dai primi abitanti del Monte S. Antonio di Frigiano. Sull'altare Maggiore si può ammirare la famosa Madonna in Trono con Bambino e Angeli musicanti, opera dell'anonimo pittore chiamato MAESTRO DI CASTELSARDO, vissuto tra la fìne del 1400 e gli inizi del 1500. La cattedrale possiede altre tre opere del MAESTRO: La Trinità, S. Michele Arcangelo, quattro dei dodici apostoli.

Chiesa di Santa Maria Il Convento di San Martino, ora non più dimora dei frati, era una volta il centro culturale della Città. Al convento è annessa la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, fondata dai benedettini e poi, verso la fine del XIII secolo, affidata ai frati Minori Conventuali. Questa è una delle opere che i Doria fecero costruire nel loro castello, subito dopo l'edificazione delle mura fortificate. La chiesa di Santa Maria era la chiesa del Libero Comune e qui i Magistrati giuravano ogni anno fedeltà agli Statuti, il giorno di San Barnaba ( 11 giugno ). L’altare maggiore, costruito in stile neoclassico, custodisce il busto del Cristo coronato di spine e vestito da re. I castellanesi chiamano questa statua del 1300 "La Pieddai" (la Pietà).




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