Pro Loco di Samugheo



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Il paese



Samugheo è un comune italiano di 3.102 abitanti[2] della provincia di Oristano in Sardegna.

Il comune, che si caratterizza sia per le tradizioni che ancora la sua gente conserva (come il carnevale, la lavorazione del pane, o la produzione vitivinicola) che per gli importanti reperti archeologici, è posto a circa 400 metri sul livello del mare[1], nella regione storica della Barbagia del Mandrolisai[3] (conosciuta anche col nome di Barbagia d'Olisay, o Mandr-e-Olisay), in una zona chiamata Brabayanna (porta della Barbagia, quanto a testimoniare l'inizio della sub-regione barbaricina proprio nel territorio samughese, per poi terminare, delineando i confini di quest'ultima a nord nei territori dell'antica Barbagia di Bitti)

Il territorio di Samugheo, che si estende per 81,27 km², confina a nord con Busachi, Ortueri e Sorgono, ad ovest con Allai e Ruinas, a sud con Asuni, ad est con Atzara, Meana Sardo e Laconi. Raggiunge l'altezza massima di 650m. Dal punto di vista linguistico, Samugheo detiene "Sa Limba De Mesania" tipica del Mandrolisai (Sorgono, Samugheo, Atzara, Ortueri, Tonara, Desulo) ciò permette una facile comprensione in tutta la Sardegna. Confinante con la barbagia di Belvì, con il Barigadu e il Sarcidano, Samugheo è parte integrante, non che il centro più popoloso, del Mandrolisai.

Il paese è situato nella subregione del Mandrolisai[3], caratterizzata da monti solitari e selvaggi e da una successione di gole, dirupi e imponenti pareti rocciose.

Il territorio si presenta ricco di fresche sorgenti che lo rendono estremamente fertile e rigoglioso. Boschi di querce, uliveti, vigneti e ampie distese lasciate a pascolo caratterizzano le colline circostanti, dove si muove una ricca fauna costituita da cinghiali, volpi, lepri e conigli.

Samugheo offre molto anche dal punto di vista paesaggistico: il suo territorio è infatti ammantato da una vegetazione folta e ricca che incornicia numerose grotte, meta ideale per gli amanti di speleologia. Tra le tante grotte possiamo ricordare quella di Sa conca 'e su Cuaddu nella valle del Riu Settilighe, la grotta dell'Aquila sul monte de Sa Pala de is Fais (qui vi si accede solo calandosi dall'alto per circa 25 m con funi e scalette) e quelle vicine al castello di Medusa, come il suggestivo buco della chiave con la caratteristica forma a clessidra.

Secondo la teoria più accreditata il toponimo di Samugheo deriverebbe dall'antica chiesa di San Michele, in catalano chiamata San Migueu e in castigliano San Miguel, nome che poi corrotto sarebbe diventato quello attuale. Il territorio fu certamente popolato fin dal neolitico, come testimoniano le domus de janas che lo costellano. L'area fu occupata prima dai Punici e poi dai Romani. Durante il medioevo Samugheo appartenne al Giudicato d'Arborea e successivamente subì la dominazione spagnola, che ancora è rievocata nella lingua e nell'architettura locale.

Nel territorio di Samugheo si trovano vari reperti e siti archeologici. Tra questi da citare il castello di Medusa, la cui storia è avvolta nella leggenda: esso sorge a picco sulla gola formata dal Riu Araxixi ed è interamente scavato nel marmo. Fu costruito in epoca bizantina con funzione di controllo del territorio e di protezione dai barbaricini, che spesso penetravano nelle terre della Marmilla per saccheggiarne i villaggi. Oggi la visita è resa difficoltosa dalla vegetazione troppo fitta e lussureggiante. Secondo la leggenda il castello ospiterebbe ancora il fantasma della fantomatica regina Medusa.







 

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